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Il Metaverso e la realtà virtuale per le aziende: la situazione attuale

By October 27, 2022 No Comments

Metaverso e realtà virtuale

Periodicamente, nel mondo del business appaiono dei termini “magici”, delle buzzword, legati a tecnologie che sembrano improvvisamente indispensabili, imprescindibili e prioritarie per tutti. È successo con la blockchain, l’intelligenza artificiale, i big data. E sta accadendo adesso con il Metaverso.

Cominciamo allora chiarendo un concetto fondamentale: spesso queste tecnologie diventano la moda del momento e vengono applicate nel modo sbagliato, solo perché bisogna averle, senza capirle realmente e senza sfruttarle correttamente. Ma il fatto che molte aziende buttino via i propri soldi in questo modo non significa che le tecnologie di per sé non siano valide. La blockchain, per fare un esempio, rappresenta davvero una rivoluzione, che influirà in modo importante nella vita di tutti, ma non per questo qualsiasi business deve cercare di integrarla, forzatamente e senza reali bisogni o vantaggi.

Lo stesso, in un certo senso, sta succedendo adesso con il Metaverso. Per la fretta di esserci, di cavalcare l’onda, molte aziende si stanno tuffando senza un piano, senza un progetto, pronte a spendere (e perdere) soldi senza sapere esattamente se e come ne ricaveranno qualcosa. Va benissimo voler essere innovativi, ma senza rinunciare a una visione strategica concreta. Perché altrimenti si finisce con il dire che Metaverso, blockchain e intelligenza artificiale sono solo delle truffe e che non servono a niente.

Cos’è oggi il Metaverso

Che il Metaverso possa o meno diventare una realtà importante e diffusa è ancora una scommessa. Una scommessa sulla quale personalmente mi sento di puntare senza timori, ed è una visione condivisa da molti. Secondo McKinsey, per esempio, questo settore varrà ben 5 miliardi di dollari nel 2030.

Ben più aperta e complessa, invece, è la scommessa che concerne le varie piattaforme di Metaverso che sono oggi disponibili e che arriveranno prossimamente. Al momento i “big player” del settore sono The Sandbox e Decentraland, ma la verità è che entrambi registrano ancora un numero di utenti connessi estremamente ridotto. Il fatto che al momento siano gli attori principali dello scenario potrebbe costituire un vantaggio per lo sviluppo futuro, ma molti ritengono che l’ingresso delle grandi società, a cominciare da Meta (ex Facebook, che ha modificato il proprio nome in tributo al Metaverso), cambierà rapidamente le carte in tavola. E c’è naturalmente molta attenzione verso Apple, Google e Microsoft, che non hanno fatto mistero del proprio interesse verso questo nuovo mondo. Ma il grande dubbio non è solo chi avrà il predominio nel Metaverso, ma anche quale sarà il modello: una piattaforma aperta, a cui ciascuno sviluppatore potrà aggiungere il proprio contributo, o una serie di proprietà chiuse e in concorrenza tra loro?

Le cronache ci hanno regalato negli ultimi mesi diverse notizie di investimenti nel Metaverso da parte di personaggi famosi, come Ana Ivanovic e Marco Verratti, che hanno pagato a caro prezzo delle isole virtuali su The Sandbox. Ma anche molte aziende hanno reclamato un proprio spazio, tra le quali Warner Music Group, Adidas, Gucci e Atari. Non solo per realizzare un proprio spazio virtuale e iniziare a esserci, ma anche per vendere versioni digitali dei prodotti, grazie all’ausilio di tecnologie come NFT e blockchain per gestirne proprietà e autenticità. Chiaramente non si tratta di investimenti che potranno ripagarsi in breve, ma di scommesse sul futuro. E, soprattutto, occasioni per far parlare di sé e per dimostrare il proprio spirito innovativo, due elementi che per i grandi brand possono da soli giustificare la spesa sostenuta. Ma che per la maggior parte delle aziende di dimensioni normali quasi certamente non sono sufficienti a sostenere l’investimento.

Una scommessa pericolosa

Se trascuriamo il ritorno in termini di immagine, puntare oggi sul Metaverso può essere un investimento redditizio? La verità è che nessuno può rispondere a questa domanda. Se le piattaforme attualmente disponibili continueranno a crescere e a restare attive, acquistare adesso dovrebbe rappresentare un grande vantaggio economico. Ma se Decentraland e The Sandbox dovessero scomparire, spazzate via da nuove piattaforme alimentate da società dalle spalle molto più larghe, gli investimenti potrebbero sciogliersi come neve al sole, lasciandoci con un pugno di mosche.

Quindi?

Chi ha la possibilità di compiere un investimento di questo genere senza doversi preoccupare di eventuali fallimenti dovrebbe prenderlo seriamente in considerazione, soprattutto se la sua attività può beneficiare della pubblicità e del prestigio che ne derivano. E, a maggior ragione, se il suo business implica la possibilità di vendere servizi e prodotti digitali direttamente nel Metaverso. Per gli altri, al momento il rischio è ancora troppo alto.

Realtà virtuale e aumentata, un’altra storia

Se il Metaverso è una tecnologia ancora acerba e dalle mille incognite, la realtà virtuale e la realtà aumentata sono strumenti concreti e ben definiti, che per le aziende possono rappresentare subito un investimento prezioso.

In ambito B2B, al di là del messaggio innovativo implicito trasmesso dall’uso di queste tecnologie, gli utilizzi sono molteplici e molto focalizzati a risultati concreti. Immaginate per esempio di avere agenti sul territorio, magari all’estero, che devono conquistare nuovi clienti e hanno bisogno di far “toccare con mano” l’eccellenza della vostra azienda, mostrando gli impianti di produzione, gli stabilimenti, gli uffici. Un conto è far vedere qualche foto o dei video, che molto difficilmente riescono a convincere. Ma se il cliente viene portato virtualmente all’interno degli ambienti ed è libero di girarli, mentre li vede in funzione, l’impatto è completamente diverso. Oppure, pensate alla partecipazione a una fiera internazionale, con costi al metro quadro altissimi, in cui dovete decidere a quali prodotti dare spazio e cosa sacrificare. E se invece, all’interno della fiera, organizzaste dei tour in realtà virtuale, per far vedere tutti i vostri prodotti e non solo, occupando semplicemente lo spazio di una sedia?

I costi di sviluppo in questo caso sono alla portata di tutti e già la partecipazione a una fiera ripaga con il risparmio dello spazio espositivo l’investimento.

Clicca qui per scoprire di più sull’argomento.

Author afattori42

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